Dopo l’anteprima italiana al Biografilm 2016, torna a Bologna lunedì 3 aprile (ore 21.15 cinema Odeon alla Sala Biografilm) e mercoledì 5 aprile all’interno del Festival “Le giornate dell’ALTRA politica” (ore 22:00, Facoltà di Scienze Politiche presentato dal co-regista Abou Bakar Sidibé), il docufilm LES SAUTEURS di Moritz Siebert, Estephan Wagner e Abou Bakar Sidibé, distribuito nelle sale italiane da ZaLab, in collaborazione con I Wonder Pictures / Unipol Biografilm Collection. Presentato in anteprima mondiale al 66/simo Festival di Berlino e premiato con decine di riconoscimenti internazionali, LES SAUTEURS riporta l’attenzione sulla schiacciante attualità delle frontiere europee.
Per la realizzazione di questo film tre registi si uniscono per uno sguardo senza precedenti sulla inaccessibile comunità di migranti intrappolata a Melilla, città della Spagna geograficamente in Africa, politicamente in Europa. Lì si trovano migliaia di uomini sub-sahariani che, incuranti dei fallimenti e del dolore, sono determinati a saltare le barriere del confine. Fra questi il giovane del Mali Abou, a cui viene affidata una telecamera per un anno.
In un momento storico in cui le frontiere e le recinzioni sono sempre più presenti all’attenzione mediatica, Moritz Siebert e Estephan Wagner rimettono al centro l’uomo e scelgono un punto di vista esclusivo per parlare di questa realtà.
Grazie allo sguardo di Abou, la telecamera nelle sue mani diventa infatti l’occhio per costruire un racconto unico e straordinario su una delle zone più militarizzate d’Europa, mostrando la vita quotidiana, i sogni e i tentativi di chi vive al di là del muro.
“La nostra impressione è che nelle immagini sulle tragedie nelle frontiere una voce sembra sempre mancare: la voce delle persone coinvolte” affermano i due registi Moritz Siebert e Estephan Wagner.
LES SAUTEURS
(Danimarca/2016/80’)
C’è vita al di là del muro. Ma ce n’è parecchia anche al di qua: una vita ammassata e precaria, ma a suo modo piena di progetti. Quelli dei migranti che si affollano a Melilla, un’enclave spagnola in Marocco protetta da un complesso sistema di barriere, che rappresenta una possibile porta per l’Occidente in terra africana. Abou è l’occhio dietro la telecamera che ci porta all’interno di questa realtà, la comunità dei migranti radunati sul Monte Gurugu in attesa di superare la frontiera. Grazie a lui, in un racconto corale ricco e colorato, incontriamo a tu per tu le persone, le loro storie e il loro futuro, assistiamo alle partite di calcio e ascoltiamo la paura della fame e della violenza. Riscopriamo l’umanità, nonostante tutto.
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